All’origine dell’abitare: archetipi vernacolari e tipi urbani.
Torno a considerare dopo molti anni il quadro tipologico che sta alla base dei miei studi sull’origine dell’abitare (1986). Mi ripropongo però ora di affrontare, alla luce delle nuove prospettive disciplinari della Morfologia urbana, quelle parti allora solo accennate poiché non rientranti come tipologie “storiche” nei tipi abitativi originari. Nell’“albero genealogico” delle abitazioni la sezione del tronco corrisponde alla “casa”, la cellula quadrangolare che costituisce l’elemento formativo dei tessuti edilizi. Come casa-corte, con il recinto dell’area di pertinenza, essa è presente in tutte le “culture urbane” del mondo antico (egiziana, mesopotamica, indiana, cinese, greco-romana), in cui segue in generale negli sviluppi le regole dell’iso-orientamento solare, che determinano le sue trasformazioni. Il suo progressivo frazionamento può aver prodotto il tipo urbano medievale della casa a schiera mercantile, che col suo disporsi sul fronte stradale caratterizza le crescite lineari dei borghi extra-muranei di molti centri storici europei. Nei processi di densificazione urbana otto-novecenteschi il passaggio graduale dalla casa a schiera alla casa in linea si attua, con un processo inverso al precedente, con progressivi raddoppi in pianta e in alzato: l’appartamento condominiale contribuisce così a configurare con le sue varianti, più di ogni altra tipologia, il panorama urbano delle attuali periferie.
Nota biografica
Giancarlo Cataldi (Venezia, 1944) si laurea in architettura nel 1968 a Roma, dove frequenta i corsi di Saverio Muratori. Approfondisce inizialmente il tema del territorio con i libri Il territorio della Piana di Gioia Tauro (1975) e Per una scienza del territorio (1977). È assistente di Luigi Vagnetti a Firenze, dove dal 1975 è professore associato di Progettazione architettonica. Collabora con Gianfranco Caniggia alle ricerche sul centro storico di Firenze (1981). Coordina e pubblica i rilievi urbani di Pienza (1977), Vitorchiano (1981), Pontremoli (1984) e Gubbio (1984). Fonda a Pienza nel 1981 il CISPUT (Centro Internazionale per lo Studio dei Processi Urbani e Territoriali). É direttore della rivista Studi e Documenti di Architettura, nella cui collana pubblica Saverio Muratori architetto. Il pensiero e l’opera (1984), All’origine dell’abitare (1986), Le ragioni dell’abitare (1987), Luigi Vagnetti, disegni, progetti, opere (2000). Progetta con Guido Spezza gli allestimenti di importanti mostre d’arte nel palazzo Ducale di Urbino e nel Museo della Specola a Firenze (1992-2008). Pubblica nel 2007 con Fausto Formichi Pienza Forma urbis. Dal 2013 è Presidente dell’International Seminar on Urban Forma (ISUF).